13 Mag PSICOLOGIA DEI COLORI
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IL giallo è il colore più vicino alla luce, nella sua forma più pura contiene sempre la natura della chiarità e possiede qualcosa di allegro, di vivace e invitante. Per esperienza sappiamo che il giallo è un colore caldo e piacevole.
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Che i colori siano il pane quotidiano di pittori e storici dell’arte è chiaro. Lo è meno quando parliamo di poeti e psicologi. Ma la spiegazione è presto data: i colori si originano tramite la percezione che noi abbiamo di essi, non esistono indipendentemente da essa. In natura non ci sono i colori ma soltanto luce e materia. E’ l’occhio di chi guarda a unire questi due elementi e a tradurli in un’informazione di carattere cromatico.
L’occhio registra i raggi di luce riflessi dalle superfici degli oggetti e riconosce in questo modo il materiale di cui sono fatti. Siccome ,quindi,la percezione cromatica non è svincolabile dal soggetto e dalla sua percezione, ai colori si possono attribuire determinate qualità psicologiche.Lo studioso dei colori Harald Kuppers ha riunito nella sua “Teoria dell’armonia dei colori” le tesi degli psicologi dei colori Heinrich Frieling e Max Luscher. Leggendo il volume, si ha a volte l’impressione di trovarsi di fronte un trattato esoterico, con qualche inspiegabile omissione. Nel caso del bianco, ad esempio, si trascura di menzionare che per alcune culture è il colore del dolore e del lutto; per il nero manca l’indicazione che può indicare anche eleganza e riduzione. Vediamo quali proprietà i due psicologi hanno attribuito ai colori.
Rosso: chi ama questo colore è attratto dalla vita e dal movimento e cerca spesso affetto e protezione. Il rosso non è il colore di chi dubita di sè, al contrario: chi se ne sente attratto sa cosa vuole e spesso ha sogni che possono avere l’energia di visioni; ha una notevole forza interiore, prontezza d’animo e impulsività. Pretende molto da sè e prende spesso e volentieri a modello persone più sagge. E’ ambizioso e attivo ma può essere anche conquistatore. E’ geloso, diffidente, tanto da abbandonare i suoi obiettivi quando cessano di interessarlo.
Giallo: colore collegato al sole e all’oro, il giallo viene percepito come una forte aura. Il suo significato psicologico è quindi l’eccentricità, l’essere rivolto all’esterno. Il giallo significa cambiamento, vivacità del sentire e attesa di felicità, ottimismo, speranza, dinamicità, disponibilità al cambiamento, ricerca di nuovi orizzonti, di nuovi spazi. Chi si riconosce nel giallo però, può essere anche testardo e tendere ad un dogmatismo moraleggiante.
Bianco: chi ama il bianco tende a credere ai miracoli, alla possibilità che difficoltà e problemi si risolvano da soli. Il soggetto bianco può manifestare umori fuori luogo, provare felicità in occasioni meste ed essere triste in occasioni liete. Chi ama il bianco è piuttosto staccato dalla realtà.
Nero: questo colore può indicare un’esagerata tendenza all’autodisciplina e, a volte, una pericolosa rigidezza mentale. Spesso è pronto a piegarsi e a cantare nel coro. Delusioni mai digerite e sconfitte che scottano possono condurre ad una predilezione per il nero. Che però può anche essere il segno di una lotta impari contro lo strapotere di una sofferenza o di un dolore, oppure di una strenua resistenza su posizioni perdenti. Chi ama il nero non si fa illusioni, non si lascia consolare nemmeno da una religione.
Ma attenzione però, l’autore del libro mette in guardia dal stilare conclusioni affrettate sul carattere di una persona partendo dal colore del suo vestito, perchè quì abbandoniamo il campo della psicologia dei colori per accedere a quello del gusto personale, farlo nonostante questa avvertenza significherebbe raccontarne di tutti i colori…
ph: Pentinetti Massimo
Una vera e propria pista di atterraggio per gli insetti, con tanto di segnaletica colorata
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